19 Ottobre 2014
«Tu ci sei necessario, Cristo… Tu ci sei necessario…». Risuona dentro di noi l’appassionata invocazione di Papa Paolo VI.
Tu ci sei necessario… Con la preghiera – di supplica, di ringraziamento, di lode – sulla tomba del nuovo beato abbiamo iniziato il pellegrinaggio. Una preghiera per quello che la vita di ciascuno sente di più stringente, per quello che gli amici ci hanno confidato, fino alla preghiera per la diocesi di Como, per il vescovo Diego, per il seminario, per il movimento di Comunione e Liberazione e, perché no, anche per il nostro Centro culturale, perché sia sempre fedele alla sua missione.
Tu ci sei necessario… È il grido che è salito al cielo dalla basilica dei Santi Apostoli, seconda tappa del pellegrinaggio.
Accogliendo l’invito dell’arcivescovo di Milano, Angelo Scola, i fedeli delle diocesi lombarde si sono immersi nella splendida liturgia della veglia in preparazione alla beatificazione. La luce, il canto, i salmi, il volto dei pellegrini, tutto ci ha fatto esclamare quanto sia bella la Chiesa. Bella perché vera, perché, ancora una volta, dice quello che il nostro cuore attende da sempre, quello che può rendere la vita feconda.
E allora le parole di Paolo VI, lette all’inizio della celebrazione, assumono lo spessore della carne viva: «Vogliamo amare la Chiesa con fervore sincero, con fervore nuovo, con fervore divorante e dilatante. Cristo è vivente nella Chiesa. Ogni opacità è attraversata, ogni delusione superata, ogni scandalo vinto; nell’amore, nel pianto forse, nella certezza finale. Quanto più amiamo la Chiesa, tanto più amiamo Cristo, e assumiamo la sua forma» (Lettera al clero per la domenica delle Palme, 1963).
Tu ci sei necessario… Il cuore cambiato da quanto vissuto in questa prima giornata, il riconoscere una Presenza-compagnia ci fa guardare con occhi diversi anche le meraviglie di Roma all’imbrunire della sera, ci fa gustare una cena tipicamente “non” romana (si va a Roma anche per provare cucine alternative!), tra una discussione e l’altra, pure animata. E non poteva mancare, a concludere la serata, una breve camminata – così almeno secondo la cartina – per scoprire poi, come abbiamo studiato da bambini, che la città è proprio costruita sui sette colli!
Tu ci sei necessario… Lo ha ricordato fin da subito Papa Francesco, domenica mattina, in Piazza San Pietro, quella piazza che ti fa sempre sentire a casa, accolto tra le braccia di una madre. Dobbiamo «riconoscere e professare – di fronte a qualunque tipo di potere – che Dio solo è il Signore dell’uomo, e non c’è alcun altro». Se così, quale l’attesa all’inizio di ogni giorno? «Lui non ha paura delle novità! Per questo, continuamente ci sorprende, aprendoci e conducendoci a vie impensate. Lui ci rinnova, cioè ci fa “nuovi” continuamente».
Tu ci sei necessario… Annunciare a tutti queste parole, pronunciate nella prima lettera alla diocesi di Milano (Omnia nobis est Christus, Quaresima 1955), è stato lo scopo della missione del prete Giovanni Battista Montini, membro della Segreteria di Stato e nunzio apostolico, poi pastore di una diocesi, quindi sommo pontefice, come ha tratteggiato il Papa nell’omelia per la beatificazione:
«“Forse il Signore mi ha chiamato e mi tiene a questo servizio non tanto perché io vi abbia qualche attitudine, o affinché io governi e salvi la Chiesa dalle sue presenti difficoltà, ma perché io soffra qualche cosa per la Chiesa, e sia chiaro che Egli, e non altri, la guida e la salva”. In questa umiltà risplende la grandezza del Beato Paolo VI che, mentre si profilava una società secolarizzata e ostile, ha saputo condurre con saggezza lungimirante – e talvolta in solitudine – il timone della barca di Pietro senza perdere mai la gioia e la fiducia nel Signore.
Paolo VI ha saputo davvero dare a Dio quello che è di Dio dedicando tutta la propria vita all’“impegno sacro, solenne e gravissimo: di continuare nel tempo e sulla terra la missione di Cristo”, amando la Chiesa e guidando la Chiesa perché fosse “nello stesso tempo madre amorevole di tutti gli uomini e dispensatrice di salvezza”».
Tu ci sei necessario…
Centro culturale Paolo VI