Il 29 settembre 2017, nel ricordo del giorno della nascita, si è aperta a Milano una mostra su Caravaggio, progetto culturale tra i più importanti di questa stagione, e non solo a livello nazionale.
È la terza rassegna sul grande pittore che si svolge nel capoluogo lombardo, dopo quella memorabile del 1951, che lo affermò al grande pubblico, e dopo l’esposizione organizzata una decina di anni fa. In realtà gli eventi dedicati al geniale artista, dentro e fuori l’Italia, non si contano. Un elenco – approssimativo per difetto – ne ha individuati almeno un centinaio. Un dato è certo: basta il solo nome ad attirare ondate di visitatori e la mostra allestita presso Palazzo Reale ne è l’ultima conferma. Ogni giorno si registrano lunghe code per gli ingressi ordinari, mentre si è raggiunto il sold out per le visite dei gruppi.
Quale la ragione di tanto successo? Siamo certi che ogni proposta espositiva – compresa quella in corso – sia valida e seria? In che senso la mostra di Milano ci permette di entrare “Dentro Caravaggio”?
Raccogliendo l’interesse di tante persone per questo evento, il Centro culturale Paolo VI, in collaborazione con la Diocesi di Como, propone lunedì 6 novembre, alle ore 21, presso la Camera di Commercio di Como, un’introduzione alla visita, che consenta di andare oltre il fenomeno di moda o il mero aspetto analitico delle opere esposte.
Sarà don Andrea Straffi, attraverso l’ausilio di immagini ad alta definizione, ad affrontare gli interrogativi aperti sull’artista e la sua opera.

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Andrea Straffi, laureato in Scienze dei beni culturali presso l’Università del Sacro Cuore di Brescia, è direttore dell’Ufficio di Arte Sacra della Diocesi di Como e responsabile del progetto di inventariazione dei beni culturali ecclesiastici diocesani.
Insegna arte cristiana presso il Seminario vescovile di Como e iconografia presso l’Accademia Aldo Galli di Como.