5 Marzo 1983

«Dopo l’occasione proposta nel 1981 a Ferrara, è qui, sulle dolci, care rive del Lario, dentro la sua antica, adusta eppur nuova e moderna capitale, che vien offerto alla cultura italiana la possibilità di riparare l’incomprensibile torto che la cultura del mondo ha perpetrato, per decenni, nei confronti d’uno dei più grandi pittori della generazione nata attorno al ’10: questa mostra di William Congdon (chiesa di San Francesco, fino al 4 aprile), d’una bellezza che non cede né dinanzi ai morsi dell’ombra, né dinanzi alle rarefazioni della luce, né dinanzi alle scansioni d’una pace esterrefatta di sé e di sé quasi infante, testifica altra volta la verità dell’antico adagio: “Nemo propheta in patria”».

Con queste parole, su il «Corriere della Sera» del 6 marzo 1983, Giovanni Testori porta alla ribalta William Congdon. Mostra antologica del pittore americano, una mostra fortemente voluta dal Centro culturale Paolo VI, che inaugura così l’attività anche nel campo dell’arte.
E non poteva esserci inizio migliore… unito a un impegno culturale, artistico e organizzativo non da poco.

Emblematico il percorso di questo pittore statunitense – sempre alla “ricerca” –, la cui travagliata vicenda umana traspare con impeto dalle sue tele: nato a Providence (New England) nel 1912, dopo gli studi di pittura e di scultura deve interrompere l’attività a causa della guerra; stabilitosi poi a New York, viene a contatto con i pittori dell’action painting, anche se ben presto prende una strada molto personale isolandosi dal resto del gruppo; verso la metà degli anni Cinquanta inizia a viaggiare in Oriente, in Africa, in Europa, soprattutto in Italia, e quegli anni coincidono con il culmine del suo successo, tanto che molte sue opere vengono esposte nei maggiori musei d’America e d’Europa.
In seguito a una profonda crisi personale giunge, nel 1959, alla conversione al cattolicesimo, fino a decidere di stabilirsi nella Bassa Milanese, presso il monastero di Gudo Gambaredo di Buccinasco.

Settanta le opere in mostra, con un rilievo particolare a quelle del “periodo lombardo” (anni 1980 – 1983)– il periodo della “resurrezione” –, esposte alla fine del percorso nella parte absidale dell’ex chiesa di San Francesco.
Integra la mostra una sezione fotografica di una trentina di pezzi, eseguiti da Elio Ciol, che ritraggono l’artista al lavoro nel suo studio durante le diverse fasi di elaborazione di un quadro.

Nella città della seta non poteva mancare l’esposizione di un’opera impressa su tale supporto: coinvolgendo professori dei laboratori di chimica e stampa dell’Istituto setificio “P. Carcano” di Como, con oltre due mesi di lavoro, viene stampato il quadro Campo d’orzo, riprodotto in 200 esemplari.

All’inaugurazione sono presenti, oltre al curatore Paolo Mangini e al sindaco di Como Antonio Spallino, lo stesso Congdon e lo scrittore Testori.

Congdon e Testori ritornano a Como, il 19 marzo 1983, nel salone di Villa Olmo, per l’incontro, su iniziativa della sede italiana di “The foundation for improving understanding of the arts”, Un pittore americano in Lombardia. Intervengono anche Rodolfo Balzarotti, critico e storico dell’arte, e Francesco Botturi, docente di filosofia della storia presso l’Università Cattolica di Milano.
Ma sono le parole dello stesso pittore a testimoniare la sua esperienza umana e spirituale, a far percepire la sua arte come «l’itinerario di un uomo del dolore».

Coordinate mostra

Titolo
  Mostra antologica del pittore americano William Congdon
Data
  sabato 5 marzo – lunedì 4 aprile 1983
Sede
  Ex chiesa di San Francesco in Como
Relatori incontro di presentazione
William Congdon, pittore
– Giovanni Testori, scrittore
Enti organizzatori  
Centro culturale Paolo VI, Comune di Como

Coordinate incontro di approfondimento

Titolo  Un pittore americano in Lombardia
Data 
sabato 19 marzo 1983
Sede
  Villa Olmo di Como
Relatori
– William Congdon, pittore
– Giovanni Testori, scrittore
– Rodolfo Balzarotti, critico e storico dell’arte
– Francesco Botturi, docente di filosofia della storia presso l’Università Cattolica di Milano.
Enti organizzatori  The foundation for improving understanding of the arts – sede italiana, Centro culturale Paolo VI

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