15 Marzo 2021

COMUNICATO STAMPA
DOPO L’INCONTRO SUL LIBANO

Un Paese dimenticato il Libano. Grande clamore dopo l’esplosione dello scorso 4 agosto a Beirut, poi quasi nulla.
In realtà la situazione, già grave dal punto di vista economico, si è fatta ulteriormente drammatica, anche per un incremento dell’epidemia Covid-19, proprio subito dopo il 4 agosto.
Quanto sta accadendo in Libano è una crisi umanitaria che non può lasciare indifferenti, nello stesso tempo è una situazione sempre più preoccupante per le profonde ricadute sull’equilibrio dell’intero Medio Oriente. Con conseguenze anche per Europa, verso cui, ad esempio, si rivolgono, insieme al Canada e agli Stati Uniti, le crescenti domande di emigrazione, soprattutto di giovani.

È quanto emerso nell’incontro del primo febbraio, Libano ieri e oggi. Il futuro del Medio Oriente, con padre Jad Chlouk, parroco della Cattedrale maronita di San Giorgio ed economo generale dell’Arcidiocesi maronita di Beirut, organizzato dal Centro culturale Paolo VI e dalla Comunità pastorale “Beato Teresio Olivelli” di Bellagio e Vassena.

A sottolineare con forza la drammaticità della situazione in Libano sono giunte anche le parole di Papa Francesco, alcuni giorni dopo l’incontro, lunedì 8 febbraio, nel Discorso rivolto ai membri del corpo diplomatico accreditato presso la Santa Sede.
Nella parte dedicata alla Crisi della politica grande rilievo è dedicato al Libano:

«Auspico un rinnovato impegno politico nazionale e internazionale per favorire la stabilità del Libano, che è attraversato da una crisi interna e rischia di perdere la sua identità e di trovarsi ancor più coinvolto nelle tensioni regionali.
È quanto mai necessario che il Paese mantenga la sua identità unica, anche per assicurare un Medio Oriente plurale, tollerante e diversificato, nel quale la presenza cristiana possa offrire il proprio contributo e non sia ridotta a una minoranza da proteggere.
I cristiani costituiscono il tessuto connettivo storico e sociale del Libano e ad essi, attraverso le molteplici opere educative, sanitarie e caritative, va assicurata la possibilità di continuare a operare per il bene del Paese, del quale sono stati fondatori. Indebolire la comunità cristiana rischia di distruggere l’equilibrio interno e la stessa realtà libanese.
In quest’ottica va affrontata anche la presenza dei profughi siriani e palestinesi.
Inoltre, senza un urgente processo di ripresa economica e di ricostruzione, si rischia il fallimento del Paese, con la possibile conseguenza di pericolose derive fondamentaliste.
È dunque necessario che tutti i leader politici e religiosi, messi da parte i propri interessi, si impegnino a perseguire la giustizia e ad attuare vere riforme per il bene dei cittadini, agendo in modo trasparente e assumendosi la responsabilità delle proprie azioni».

A seguito dell’intervento di padre Jad Chlouk è stata avviata una raccolta fondi a sostegno delle famiglie bisognose di Beirut.
La risposta, in un tempo di crisi che non risparmia il territorio italiano, è stata significativa. Como, Bellagio, Cernobbio, altri comuni della provincia e non solo hanno donato con generosità la somma di euro 10.000. Grazie.

Anna Rossi, presidente Centro culturale Paolo VI
Don Simone Tiraboschi, parroco della Comunità pastorale Beato Teresio Olivelli di Bellagio e Vassena.

Ringraziamo l’arcivescovo di Beirut dei Maroniti, S.E. Mons. Paul Abdel Sater, per l’invio di una lettera riguardante la donazione ricevuta.

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